L'articolo Fosfatidilcolina iniettabile galenica: vendita in Farmacia sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>Di seguito si parlerà su caratteristiche, legislazione, modo d’uso e costi della fosfatidilcolina iniettabile galenica. Insomma, tutto quello che c’è da sapere. Buona lettura.
La fosfatidilcolina iniettabile galenica è un farmaco il cui uso è prettamente professionale, utilizzato cioè dal Medico.
Non perché la normativa lo classifichi come non vendibile al pubblico, ma perché la sua manipolazione richiede molte attenzioni: deve essere impiegata da personale molto preparato perché se fatta troppo in profondità o troppo superficalmente può creare gravi danni ai tessuti.
In Italia, come anticipato, non esistono farmaci industriali a base di fosfatidilcolina, a differenza di altri stati dove è possibile acquistarla in prodotti con il nome di (es.) Lipostabil o Essenziale.
Tali prodotti vanno quindi importati (quando possibile), con tempi e costi che rallentano l’accesso alla terapia.
SI.
Contrariamente a quanto si legge su internet, è perfettamente legale la prescrizione medica GALENICA di fosfatidilcolina, ossia prescrivere un farmaco con ricetta medica. Altrettanto ne è la sua preparazione.
Quando si parla di “non è legale” (termine impreciso) lo si fa impropriamente per dire che
La composizione della fosfatidilcolina iniettabile galenica NON è univoca, in quanto un Farmacista Galenista può decidere di realizzarla diversamente da un altro. Oppure, il Medico stesso può richiedere in ricetta medica una composizione particolare.
Chiarito il concetto, la classica composizione della fosfatidilcolina iniettabile galenica è
Con questa composizione, i vial/fiale di fosfatidilcolina può avere fino ad un massimo di 12 mesi di validità dalla data di preparazione.
Il Medico potrebbe chiedere la preparazione senza conservanti (alcool benzilico). In questo caso, la validità si ridurrebbe a circa 30 giorni.
L’attività delle fiale di fosfatidilcolina iniettabile galenica su cellulite e adiposità è dovuta alla presenza di
Essendo un farmaco iniettabile sterile preparato da alcuni Farmacisti Galenisti, non è un farmaco industriale immutabile, ma può presentare lievi differenze da lotto a lotto.
Alcune caratteristiche però sono intrinseche:
Versione breve: qualsiasi.
Versione lunga: qualsiasi, anche se ci sono dosaggi standardizzati per questioni tecniche di preparazione. La maggior parte della fosfatidilcolina iniettabile galenica preparata dalle Farmacie di Farmagalenica dotate di camera bianca è in
Si usa normalmente nelle zone delle cosce e glutei e non si usano più da 10 ml per seduta. Ovvio che il Medico può decidere liberamente il modus operandi che ritiene più opportuno.
Premesso che, come già detto, è un prodotto che nasce per un uso professionale Medico in quando non praticamente utilizzabile da un paziente, molti degli effetti indesiderati/secondari sono noti al Medico che potrà fare le opportune valutazioni ed intervenire farmacologicamente se del caso (es. intensità eccessiva degli effetti collaterali).
Poiché il farmaco non salvaguarda la cellula, ma la rompe (distrugge la parete cellulare), si avrà rilascio di materiale necrotico che produrrà edema e da lì si potranno avere
della zona trattata con la fosfatidilcolina iniettabile galenica.
Per ulteriori approfondimenti, fare riferimento a questo articolo.
Si tratta di un medicinale galenico soggetto a ricetta medica ripetibile valida 6 mesi per un massimo di 10 preparazioni, che può essere redatta da qualsiasi Medico.
La fosfatidilcolina iniettabile galenica può essere prescritta sia a pazienti che approvvigionata dal Medico stesso: la ricetta non cambia, se non per l’intestazione (nome e cognome del paziente o medico/struttura).
La determinazione del prezzo non è libera (il Farmacista non può scegliere il prezzo), ma calcolata attraverso la Tariffa Nazionale dei Medicinali. Alcuni esempi (come da art. 2 della Tariffa) per far capire:
Attenzione: il costo della materia prima influisce direttamente il prezzo finale. L’esempio è solo per dare un’idea della progressione matematica.
Come si intuisce subito, maggiore è la quantità richiesta, minore è l’incidenza: questo perchè la Tariffa prevede costi fissi indipendenti dalla quantità quantità finale preparata.
Come tutti i medicinali galenici, è fiscalmente detraibile.
Per cercare e visualizzare quali Farmacie di Farmagalenica sono in grado di realizzare fosfatidilcolina iniettabile galenica in fiale sterili (tipo il Lipostabil) consultare il motore di ricerca disponibile su www.cercagalenico.it (si aprirà una nuova pagina).
Farmacista appassionato di Galenica, Legislazione Farmaceutica e Farmaci al banco. Amministratore di Farmagalenica.it, Farmacosmetica.it e Cercagalenico.it.
Nel 2013 si è specializzato in preparazioni galeniche a base di cannabinoidi e cannabis medica e ha conseguito un Master alla Bedrocan BV. Da sempre lavora presso l’omonima Farmacia.
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]]>L'articolo Farmaco Questran® introvabile? Colestiramina Galenica! sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>Il Questran® o la colestiramina galenica solitamente sono prescritte per l’ipercolesterolemia e il prurito causato dal blocco, parziale, delle vie biliari. La colestiramina può essere utile anche per il trattamento della diarrea cronica, per esempio nelle persone che hanno subito la rimozione dell’ileo.
Molti pazienti e Medici Italiani, negli ultimi mesi del 2018, hanno scoperto che il Questran® è introvabile in Farmacia (periodo di pubblicazione dell’articolo) e lo sarà quasi sicuramente fino alla fine di febbraio 2019.
La carenza, che sembrerebbe dovuta a problemi produttivi, ha generato un grosso problema in tutti i malati che assumono o dovrebbero assumere il farmaco Questran®.
Nel frattempo, i pazienti per cui il farmaco Questran® è indispensabile, possono richiedere al proprio Medico la prescrizione della colestiramina galenica in Farmacia. (v. link in fondo all’articolo per consultare le Farmacie di Farmagalenica che possono allestire la colestiramina galenica in Laboratorio).
Nota: il farmaco è il Questran®, non Questram (“n” finale).
In questo articolo parleremo quindi della colestiramina galenica come alternativa medica quando il Quastran® è introvabile in Farmacia o quando le esigenze terapeutiche richiedono di personalizzare la composizione, i dosaggi o le modalità di assunzione di questo farmaco.
Il Questran® è un vecchio farmaco non sostituibile con formulazioni analoghe che come principio attivo contiene la colestiramina.
Questo medicinale, come anticipato, è indicato per la riduzione dell’ipercolesterolemia e il trattamento del prurito causato dal blocco parziale delle vie biliari.
Sull’utilizzo del farmaco Questran ® per il colesterolo alto esiste numerosa letteratura scientifica, ecco uno tra gli articoli più completi: Cholestyramine and hypercholesterolaemia
A volte il farmaco Questran® (o la colestiramina galenica) viene anche prescritto per il trattamento della diarrea cronica.
Questo può essere il caso delle persone che hanno subito la rimozione dell’ileo: un intervento, a volte necessario, come ad esempio nelle complicanze del morbo di Crohn. (malattia infiammatoria intestinale cronica)
Per approfondire le indicazioni, le possibili interazioni, gli effetti collaterali o le contoindicazioni del farmaco Questran® potete consultare il suo foglietto illustrativo cliccando: Foglio illustrativo Questran®
La colestiramina è una resina a scambio anionico cloridrata che, come meccanismo d’azione sembrerebbe avere la capacità di legare gli acidi biliari, a livello intestinale, evitandone il riassorbimento e facilitandone l’espulsione con le feci.
Il meccanismo d’azione della colestiramina può essere utile:
Nei pazienti ileostomizzati infatti sembrerebbe permettere di ridurre la diarrea perché lega e porta all’espulsione degli acidi biliari, che non vengono normalmente riassorbiti dall’intestino, provocando intense e improvvise scariche. Per chi volesse approfondire ho trovato questo articolo scientifico in merito: Bile acid malabsorption in chronic diarrhea: Pathophysiology and treatment
Il farmaco Questran® introvabile in farmacia è un problema serio per questi pazienti che, se non ricorrono alla preparazione galenica di colestiramina, dovrebbero procurarsi il farmaco all’estero a prezzi elevati.
Per verificare se realmente un farmaco è carente in Farmacia e quindi, nel caso, muoversi per cercare una farmacia che possa allestire la colestiramina galenica, si può consultare la “Lista dei farmaci temporaneamente carenti“.
Essa è pubblicata e aggiornata periodicamente sul sito istituzionale dell’Agenzia italiana del farmaco. Per il farmaco Questran®, introvabile in farmacia, ha pubblicato una nota diffusa il 31 ottobre 2018:
(riferimento periodo 31 ottobre 2018 – febbraio 2019)
La carenza del Questran® è da attribuire a problemi produttivi legati alla fornitura del principio attivo. Il Questran potrebbe essere introvabile in farmacia fino alla fine di febbraio 2019
Vedremo se sarà così (e spesso non lo è, con ulteriori rimandi).
La colestiramina galenica può essere prescritta da un Medico o quando il Questran® è mancante o per venire incontro alle esigenze terapeutiche di un malato che deve assumere questo principio attivo.
I casi in cui un cui può essere opportuno ricorrere alla preparazione galenica possono essere:
La colestiramina galenica può essere allestita in tutte le Farmacie con un Laboratorio galenico presentando una ricetta RIPETIBILE: da presentare di volta in volta, valida 6 mesi e fino a 10 preparazioni.
Nella ricetta per la colestiramina galenica deve essere indicato il dosaggio (es. 4 grammi) e la forma farmaceutica (bustine, capsule, sospensione…)
Al momento della dispensazione della preparazione, verranno fornite al paziente tutte le indicazioni (dal Farmacista Galenista) per una corretta assunzione e/o conservazione.
Il costo della colestiramina galenica preparata in farmacia, che come visto può sostituire il farmaco Questran®, non è deciso dal Farmacista autonomamente. Esso è legato al costo della materia prima e alla Tariffa Nazionale dei Medicinali.
In base all’art. 12, tale Tariffa deve essere resa disponibile al pubblico per verificare il calcolo del prezzo da parte del Farmacista e dipende dalla quantità e dosaggio richiesti dal Medico, non è fisso come nel caso del Questran: si parte da circa 20€ per poche capsule/bustine fino a qualsiasi € in caso di richieste elevate (es. 100, 200, 500 capsule/bustine).
L’importo della colestiramina galenica è fiscalmente detraibile, come tutti i farmaci galenici.
Per cercare e visualizzare le Farmacie italiane di Farmagalenica in grado di preparare la colestiramina galenica (farmaco Questran®), consultare il motore di ricerca cercagalenico.it (si aprirà una nuova pagina).
Farmacista appassionato di Galenica, Legislazione Farmaceutica e Farmaci al banco. Amministratore di Farmagalenica.it, Farmacosmetica.it e Cercagalenico.it.
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]]>L'articolo Capsule di Vinpocetina galenica in Farmacia in Italia sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>Le capsule di vinpocetina possono essere preparate nelle farmacie con un laboratorio galenico personalizzando dosaggi ed eccipienti, più precisamente lo si può trovare nelle farmacie di Farmagalenica (v. fine articolo per la lista completa delle farmacie).
Cerchiamo di fare chiarezza sulle varie opinioni a riguardo della vinpocetina galenica in farmacia in Italia. E, alla fine, su come acquistarla tramite le Farmacie galeniche.
La vinpocetina capsule è studiata da più di 30 anni per i disordini cerebrovascolari[/caption]La vinpocetina è un derivato sintetico della vincamina, un alcoloide della pianta Vinca o Pervinca.
Il nome commerciale della vinpocetina e cioè il nome del farmaco prodotto industrialmente è Cavinton® o Intelectol®, anche se attualmente non sono commercializzati in Italia.
La vinpocetina è studiata da più di 30 anni per i disordini cerebrovascolari e successivamente è entrata nella terapia clinica dei problemi cognitivi e della mancanza di memoria.
Studi sempre più approfonditi, anche se ancora in fase iniziale, stanno indagando la vinpocetina come molecola antinfiammatoria. Questo principio attivo sembrerebbe influire positivamente sull’aterosclerosi e il rimodellamento cardiaco, come risulta anche da questo recente studio: Vinpocetine Attenuates Pathological Cardiac Remodeling by Inhibiting Cardiac Hypertrophy and Fibrosis
Attualmente la Vinpocetina capsule, come anticipato, può essere prescritta per malattie cerebrovascolari, in particolare:
I dosaggi della vinpocetina solitamente vanno da 10 a 20 mg per capsula e si può assumere da 1 a 3 volte al giorno.
Le capsule di vinpocetina galenica sono preparate in farmacia seguendo i dosaggi indicati nella ricetta medica.
Il vantaggio della preparazione galenica della farmacia sta nel poter personalizzare i dosaggi in base alle necessità evitando anche eccipienti che possono causare allergie o effetti collaterali.
Le tempistiche di preparazione per le capsule in un laboratorio galenico di una farmacia sono normalmente di 24-48 ore dalla presentazione della ricetta medica.
La vinpocetina è utilizzata nelle malattie cerebrovascolari perché a livello celebrale sembrerebbe migliorare:
A supporto di queste teorie esistono numerosi articoli scientifici tra qui questo recente aggiornamento pubblicato sul European Journal of Pharmacology: An update on vinpocetine: New discoveries and clinical implications
La vinpocetina galenica, come tutti i principi attivi, può mostrare anche degli effetti collaterali e avere delle controindicazione, che dovessero verificarsi e importante sentire il parere di un medico o di un farmacista.
I principali effetti collaterali della vinpocetina galenica possono essere:
Le controindicazioni della vinpocetina riguardano le persone allergiche a questo principio attivo.
Le capsule di vinpocetina sono da evitare in caso di gravidanza o allattamento. Nel caso può essere valutata la sospensione dell’allattamento.
Per acquistare le capsule di vinpocetina galenica è necessario fornire al Farmacista Galenista una ricetta medica ripetibile, valida 6 mesi per 10 preparazioni.
Qualsiasi Medico può fare la prescrizione: di base, specialista, ospedaliero, ecc…
Importante è che il Medico indichi in ricetta
Il costo della preparazione della vinpocetina capsule non è deciso dal Farmacista autonomamente ma è legato al costo della materia prima e alla Tariffa Nazionale dei Medicinali.
In base all’art. 12, tale Tariffa deve essere resa disponibile al pubblico per verificare il calcolo del prezzo da parte del Farmacista.
A scopo didattico, si può dire che 100 capsule di vinpocetina, hanno un costo indicativo sui 45-55€.
L’importo delle capsule di vinpocetina galenica sono fiscalmente detraibili, come tutti i farmaci galenici.
Per cercare e visualizzare le Farmacie italiane di Farmagalenica in grado di preparare le capsule di vinpocetina galenica, consultare il motore di ricerca cercagalenico.it (si aprirà una nuova pagina).
Farmacista appassionato di Galenica, Legislazione Farmaceutica e Farmaci al banco. Amministratore di Farmagalenica.it, Farmacosmetica.it e Cercagalenico.it.
Nel 2013 si è specializzato in preparazioni galeniche a base di cannabinoidi e cannabis medica e ha conseguito un Master alla Bedrocan BV. Da sempre lavora presso l’omonima Farmacia.
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]]>L'articolo Cannabis light (canapa legale): in Farmacia non si può? sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>Prima di iniziare diamo un po’ di definizioni, per capire gli argomenti trattati sulla cannabis light:
Infine, ricordiamo che le parti vegetali della cannabis sono:
Solo ed esclusivamente la cannabis medica, mediante ricetta medica e solo tramite le Farmacie. Tutta la cannabis medica, indipendentemente dal livello di THC è considerata stupefacente (es. Bedrolite che contiene solitamente lo 0,4% di THC è stupefacente).
Può essere prescritta e venduta come farmaco in virtù della legge Di Bella artt. 4 e 5 , dal fatto che soddisfa i requisiti della monografia della Farmacopea Tedesca e dal fatto che è coltivata in GAP e prodotta in GMP (oltre ad essere autorizzata dal Ministero della Salute).
Per approfondimenti, c’è un articolo dedicato.
In Italia esiste una lista redata dal Ministero della Salute di piante che possono essere usata dall’industria degli integratori e/o dei prodotti erboristici (tisane, estratti, ecc…), ossia prodotti destinati all’assunzione umana; in tale lista sono presenti tutte le centinaia di piante che possiamo trovare in farmacia, erboristeria, negozi, supermercati e nei prodotti che le contengono. Tale lista è detta “lista positiva” o “delle piante ammesse“ e in essa compare la Cannabis sativa L. (!) seme e olio.
Questo vuol dire che l’unica parte utilizzabile per realizzare questi prodotti (erboristici o alimentari) sono il seme di canapa e l’olio di canapa (ottenuto dalla torchiatura del seme, non è l’olio di cannabis terapeutico).
Si può quindi usare la canapa infiorescenze per fare tisane, integratori, alimenti?
NO, perché non nella lista delle piante ammesse
Si può usare la canapa semi per fare tisane (?), integratori, alimenti (es. farina)?
SI, perché presente nella lista delle piante ammesse
NON SONO QUINDI UTILIZZABILI LE INFIORESCENZE DI CANAPA AD USO ALIMENTARE/ERBORISTICO, anche se a titolo < 0,2% THC (e ci mancherebbe, altrimenti il problema sarebbe altro), da vendere come tali in tisana, ecc…
È invece legale (ripetiamolo per l’ultima volta) vendere le parti (e i derivati) indicate nella lista: semi di canapa ad uso alimentare, perciò olio da semi, farine da macinatura dei semi, prodotti a base di farina di semi di canapa.
Attenzione: “non utilizzabile” (terapeuticamente) non significa “non vendibile”.
Doverosa precisazione prima di continuare: la vendita della cannabis light o canapa legale a contenuto di THC < 0,2%, è possibile dal 1990 ossia da quando è stato regolamentata la coltivazione di cannabis industriale, stabilendo il limito entro il quale il coltivatore non era perseguibile con l’accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti.
Perchè torna ora in auge? Sono cambiati i tempi? È il momento giusto culturalmente? È business? È alternativa alla carenza di cannabis medica?
La risposta alla domanda iniziale è: la canapa legale (cannabis light) non è classificata stupefacente in quanto ha contenuto di THC < 0,2% e può essere venduta in quanto classificata per uso tecnico (o R&D, Research and Development), identificato anche da frasi tipo uso esterno o non fumabile / non vaporizzabile.
La destinazione “uso tecnico” di un prodotto (sostanza chimica, materia prima) significa che quel prodotto, che potrebbe anche essere indicato ad essere somministrato nell’organismo umano (sia uso interno che esterno), NON è adatto ad essere somministrato (ingerito o applicato sulla cute) nell’uomo.
Un prodotto USO TECNICO non è adatto/consentito alla somministrazione umana? Perchè:
Facciamo alcuni esempi con la Cannabis Sativa L. per capire.
Cannabis medica: deve OBBLIGATORIAMENTE avere valori inferiori a 10 UFC (Unità Formanti Colonie), ossia quasi sterile (nel senso, incontaminata).
Canapa ad uso tecnico: potenzialmente nessun limite (può essere quindi contaminata).
Cannabis medica: deve OBBLIGATORIAMENTE avere valori inferiori a determinati ppm (Parti Per Milione).
Canapa ad uso tecnico: potenzialmente nessun limite (può essere quindi contaminata da metalli pesanti)
Nota: va ricordato che la cannabis è una formidabile “spugna” (chelante) di metalli pesanti, che assorbe dalle radici e concentra in un punto specifico… le infiorescenze!
Cannabis medica: deve OBBLIGATORIAMENTE avere valori inferiori a determinati valori, stabiliti sicuri per la salute umana.
Canapa ad uso tecnico: potenzialmente nessun limite (può essere quindi contaminata).
Stiamo forse dicendo che si potrebbe coltivare canapa legale su un terreno contaminato (es. di fianco all’Ilva di Taranto?), raccoglierla, conservarla in ambienti non salubri, e venderla come uso tecnico? ESATTAMENTE.
Essendo classificata ad uso tecnico (e con contenuto di THC < 0,2%) diviene legale fornire il prodotto, che non può assolutamente avere alcuna indicazione terapeutica o claim salutistico. Nel primo caso si configurerebbe come farmaco (reato), nel secondo in multe amministrative salatissime.
Trattandosi di uso tecnico, possono essere vendute TUTTE le parti della pianta: ecco perché è possibile trovare un prodotto fatto con infiorescenze, semi e foglie.
La canapa legale o cannabis light ad uso tecnico rappresenta una fonte di approvvigionamento di CBD (cannabidiolo) che è una sostanza definita come materia prima cosmetica e materia prima farmaceutica essendo presente in un farmaco a base di THC/CBD (nabiximols) e, a breve, in un farmaco a base di CBD per il trattamento dell’epilessia farmacoresistente.
Cosa si vuole dire? Che indipendentemente che parliamo di cannabis medica, cannabis light o farmaco, il CBD ha una struttura chimica definita ed è sempre lo stesso, presente sempre e comunque.
Di conseguenza, la cannabis light può essere vista come un fonte di approvvigionamento di CBD… con sempre il problema dell’uso tecnico (contaminanti, metalli pesanti, assenza normativa regolatoria specifica, ecc…) che non lo rende quindi legale e legittimo da punto di vista di uso terapeutico.
In un esempio semplice: quale è il senso di “curare” se si può assumere canapa legale con alto contenuto in CBD, ma che potenzialmente porterebbe a vaporizzazione di muffe o ingerire (es.) cadmio?
Ad oggi, l’unico modo è la serietà/nome della ditta/e coltivatrice/produttrice che può decidere o meno di fornire analisi, certificazioni (rilasciate da?) su coltivazione, produzione e manipolazione, che attestino l’assenza o presenza di inquinanti, pesticidi, metalli pesanti, muffe, batteri presenti.
Ricordando anche che in un certificato ad uso tecnico, la non corrispondenza dei risultati di un test ai valori (arbitrariamente) impostati come limite, non ne esclude la vendibilità.
Alla domanda “è legale comprare canapa legale al grammo, credendo di pagare infiorescenza, invece si tratta di mix di fiori, semi e foglie?” la risposta è sempre una: SI, essendo ad uso tecnico, lo è.
Certamente è possibile per una ditta produrre canapa legale di qualità, ma il problema rimane sempre l’uso tecnico, non terapeutico e l’impossibilità di avere garanzie a priori, ma basate sulla serietà della ditta coltivatrice / produttrice.
Non c’è.
Le infiorescenze di canapa legale non rientrano nella definizione di “ad uso alimentare”, quindi non hanno obblighi di seguire la normativa dell’etichettatura degli alimenti.
E non rientrano nella definizione di “integratore”, quindi non hanno obblighi di seguire la normativa dell’etichettatura degli integratori alimentari.
Non rientrano neppure nella definizione di “uso terapeutico” (farmaco), quindi non hanno obblighi di seguire la normativa dell’etichettatura dei farmaci galenici (NBP, Norme di Buone Preparazione).
Questo spiega come mai confezioni di canapa legale riportano informazioni differenti, a volte mancanti rispetto ad altre confezioni di ditte diverse.
E spiega come è possibile che in alcune varietà di canapa non sia neppure riportata la concentrazione di THC dell’infiorescenza: non vi è alcun obbligo (con tutti i rischi che ne derivano): cannabis ad uso tecnico con contenuto > 0.6% THC è 100% illegale in quanto stupefacente.
Una sentenza della Cassazione a Dicembre 2018 ha stabilito che le infiorescenze < 0,2% di THC sono legali, mentre fino allo 0,6% sono solo tollerate, che non vuol dire legale.
No.
In base a quanto detto, la canapa coltivata sarebbe ad uso industriale e non farmaceutico. Inoltre, per poter coltivare cannabis medica (ad uso terapeutico), la coltivazione deve essere autorizzata dal Ministero della Salute.
Molte farmacie vengono contattate da aziende per propongono la vendita di canapa legale (con THC < 0,2%) come tale o trasformata in “farmaco” ad uso terapeutico nel Laboratorio Galenico della Farmacia.
Non è possibile ne la prima ne la seconda cosa.
La prima, per quanto esposto finora nell’articolo: la canapa legale non può avere proprietà terapeutiche, si tratta di un prodotto ad uso tecnico, non è un prodotto di grado farmaceutico, non soddisfa i requisiti di Farmacopea, non è nella lista delle piante, parti e derivati ammesse.
La seconda (più pericolosa per il Farmacista poco attento): la lavorazione della canapa, anche se a titolo < 0,2% nelle infiorescenze può portare ad ottenere “prodotti” concentrati in THC (es. olio, tinture, edibili) che contengono THC a concentrazioni variabili tipo 0,0002% 0,1%, 0,5%, 1%, ecc… Il fatto che siano presenti anche solo tracce di THC in un prodotto della cannabis, si configura come reato di fabbricazione di sostanze stupefacenti (in quanto il THC è presente in Tabella II della sostanze stupefacenti e psicotrope d’abuso) dato che il limite dello 0,2% vale solo per le infiorescenze.
Un po’ come se nella Coca-Cola ci fosse lo 0,001% di cocaina, sostanza d’abuso.
Formalmente si. Ma, senza prenderci in giro, ci recheremmo in farmacia ad acquistare un prodotto ad uso tecnico (e che quindi non possiamo usare) sapendo che ci viene venduto (a voce) come terapeutico?
Quello che sarebbe auspicabile sarebbe canapa legale a contenuto in THC < 0,2% di grado farmaceutico GMP (quindi non a uso tecnico), compliant alla Farmacopea Tedesca che sarebbe vendibile in farmacia tale e quale, ma con ricetta medica, dato che sarebbe comunque infiorescenza non presente nella lista positiva, ma che il Medico può prescrivere sempre in base alla Legge Di Bella.
Certo, eccolo:
Molto probabilmente o una chiusura totale della vendita o un forte ridimensionamento.
[Edit di Novembre 2020: ci avevamo azzeccato! Se non fosse stato per il Ministro della Salute Speranza che ha sospeso il Decreto 15 Ottobre 2020, quanto previsto sopra si sarebbe avverato.]
Perché?
Perchè sta per entrare in commercio (nei prossimi mesi) un nuovo farmaco industriale (medicinale con AIC) a base di CBD, sciroppo orale registrato per alcune forme resistenti di epilessia.
Quando arriverà in Italia, di fatto il CBD (inteso come molecola, sostanza) diventerà a tutti gli effetti un farmaco: QUALSIASI prodotto contenente CBD sarà considerato farmaco e quindi dovrà essere autorizzato da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), cosa che però avviene solo per i farmaci industriali.
Da quel momento, tutta la cannabis light non potrà più commercializzata nelle stesse modalità a cui siamo abituati oggi.
Pensiero libero: se foste una industria farmaceutica che ha speso decenni di ricerca per ottenere un farmaco, accettereste l’idea di non venderlo come dovrebbe perché il suo principio attivo è liberamente reperibile altrove? O fareste di tutto per proteggere i vostri investimenti?
Uno scenario meno apocalittico sarebbe se in concomitanza all’uscita del suddetto medicinale, venissero regolamentati i dosaggi di CBD, ossia si definisse a quali dosaggi il CBD viene considerato farmaco (caso sopra) e quando no, permettendo la commercializzazione di CBD come integratore, alimento, ecc.
In altre parole, potrebbe succedere che:
Inoltre, queste immagini sono eloquenti per capire perchè la cannabis light e CBD non possono durare per come li conosciamo ora:
Aggiornamento Giugno 2018: come aveva ampiamente anticipato la dichiarazione del Dr. Ternelli Marco, esce la notizia che il Consiglio Superiore di Sanità raccomanda di vietare la vendita della cannabis light in quanto potenzialmente pericolosa.
Aggiornamento Ottobre 2018: presentata una ricerca scientifica sul fatto di come la cannabis light possa essere lavorata per estrarre dosi “elevate” di THC. La strada si apre…
Aggiornamento Dicembre 2018: come previsto, ulteriore tassello sul CBD = farmaco. La FDA americana sta valutando la legittimità di utilizzare THC e CBD negli alimenti o integratori perché “se sono farmaci, non sono alimenti o integratori” ergo, non possono contenere CBD o THC.
Aggiornamento Febbraio 2019: vietata la vendita di CBD in Austria.
Aggiornamento Maggio 2019: ed eccoci al climax, la Cassazione vieta la vendita di cannabis infiorescenze e derivati (oli, resine, ecc…) se aventi effetto drogante (0.5% THC? Interpretazioni?). Non dite che non l’avevamo detto…
Aggiornamento Ottobre 2020: il CBD naturale diventa sostanza stupefacente in seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto 15 Ottobre 2020.
Aggiornamento 29 Ottobre 2020: il Ministro Speranza ha SOSPESO (non cancellato) l’entrata in vigore del Decreto 15 Ottobre 2020.
Per ogni domanda, punto non chiaro, richiesta, lasciate un commento nella sezione sottostante.
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