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]]>La tisana alla cannabis, rappresenta una delle vie più note di assunzione di cannabis terapeutica: sono tantissime le possibilità di preparazione che si leggono su Internet, con acqua, ma non solo (latte, burro, oli vegetali, eccetera) portando a risultati diversi, sia di effetto che di efficacia.
La tisana alla cannabis, rappresenta una via di somministrazione ben conosciuta, ma spesso legata all’uso ludico (insieme al fumo), che è certamente la principale via di somministrazione della cannabis.
Da sempre, anche in seguito all’entrata in vigore del Decreto 9/11/15 che ha reso difficoltosa in Farmacia la preparazione di estratti pronti di cannabis (più semplici, pratici ed efficaci), la tisana alla cannabis è tornata alla ribalta in quanto moltissimi Medici hanno ripreso a prescrivere cartine di cannabis (tra le varietà legali Bedrocan, Bediol, Bedica, Bedrobinol, Bedrolite, FM1, FM2 e Aurora Pedanios) da assumere in tisana.
Va detto subito: la tisana alla cannabis, specialmente se realizzata secondo le indicazioni nel Decreto 9/11/15, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, è una pessima via di somministrazione della cannabis, soprattutto se si vuole comparare la quantità/qualità delle sostanze assunte (cannabinoidi, terpeni, ecc…) con il fumo o la sua versione medica, la vaporizzazione.
Nella siffatta tisana, i cannabinoidi sono scarsamente decarbossilati e molte sostanze scarsamente estratte (che passano ciò dal fiore al liquido).
Poiché spessissimo molte “ricette” per la preparazione di tisane alla cannabis sono descritte più per un uso ludico che medico, nel seguente articolo si forniranno alcune metodiche (supportate da analisi scientifiche) con diverse ottimizzazioni per ottenere la miglior estrazione e decarbossilazione possibile nella preparazione della tisana alla cannabis realizzata con cannabis di grado farmaceutico.
Le indicazioni riportate, sono utilizzabili anche per una tisana alla cannabis light.
FONDAMENTALE: per la realizzazione della tisana alla cannabis terapeutica non si prepara un infuso, ma un decotto. Le differenze:
La Metodica del Ministero della Salute nel Decreto 9 novembre 2015 prevede l’uso di acqua per un tempo di 15 minuti. I passaggi riportati sono:
Il Decreto non aggiunge altro. Tale metodica è sconsigliata per diversi motivi:
Tisana con… | Bedrocan® 22% GREZZO in cartine | Bedrocan® 22% THC MICRONIZZATO in capsule apribili |
Acqua | < 1% | 3,53% |
Acqua + latte | 2,2% | 12,82% |
Nota: essendo riferiti a 100mg di cannabis e 100ml di acqua, i risultati % possono essere letti anche come mg di THC estratti. Ad esempio: 12,82% indica che in 100ml di tisana preparata con 100mg di Bedrocan 22% erano presenti 12,82mg di THC.
Nel caso della Cannabis grezza in cartine, il residuo solido è stato filtrato. Potenziale THC attivato residuo, potrebbe essere rimasto nel materiale vegetale, motivo per cui si sconsiglia fortemente di filtrare il residuo, ma di ingerirlo insieme alla tisana.
Tutto questo si tradurrebbe in una apparente inefficacia della cannabis o ad un inutile necessità di incrementare le dosi (con aumento delle spese per il paziente!), in considerazione del fatto che nel decotto preparato dal paziente NON è conoscibile la concentrazione reale di THC e/o CBD e che comunque questa sarebbe (valore medio) 1/5 del totale (es. circa 4mg di THC e circa 20mg di THCA nel Bedrocan oppure 1,5mg di THC e 6mg di THCA nel Bediol).
In altre parole, se per somministrare 1 mg di THC, bastano circa 25mg di cannabis in olio, in tisana ne servono circa 100 mg ossia 4 volte di più.
4 volte vuol dire 4 volte il costo per il paziente. O 4 volte il costo per il Sistema Sanitario.
In considerazione dei problemi espressi nell’analisi precedente, la versione consigliata della tisana alla cannabis tende a ottimizzare alcuni punti, in particolare:
Di seguito, la ricetta ottimizzata e consigliata per la preparazione di una tisana alla cannabis terapeutica, a cura del Dr. Marco Ternelli:
Se si desidera consumare la tisana nell’arco della giornata è possibile conservarla in un thermos di vetro o metallo; per la presenza del latte la stabilità in frigorifero, è stimata ad un massimo di 5 giorni.
In questo caso è assolutamente necessario conoscere il volume totale della soluzione per poter sapere da quanti millilitri è composta la singola dosa da prelevare dal thermos, altrimenti si rischia di assumere una quantità o maggiore (in caso di volume inferiore all’atteso, quindi concentrato) o minore (in caso di volume superiore all’atteso, quindi diluito) di quella dovuta.
IMPORTANTE: evitare il più possibile l’uso di cannabis in bustine filtro o alternative in cui la cannabis viene rimossa e gettata via.
In una tisana sicuramente rimangono sostanze all’interno della parte vegetale: gettare via il fiore vegetale vorrebbe dire non assumere la parte in essa contenuta, sprecare farmaco e limitare l’efficacia della cannabis.
La cannabis medica usata nel decotto va mangiata insieme al decotto stesso!
Come molti avranno capito, il procedimento per la preparazione della tisana è comunque lungo e articolato. Col tempo si può certamente arrivare alla padronanza del metodo, ma i tempi tecnici sono fissi e quindi almeno 40/45 minuti ogni volta sono necessari. Se si considera che la posologia media è di assumere la dose di cannabis (in tisana) 2 o 3 volte al giorno… Si capisce immediatamente come un farmaco come l’olio di cannabis (il paziente assume le gocce prescritte col contagocce. Fine) sia molto più pratico, sicuro e compliant per il paziente (si pensi agli anziani, a chi ha spasmi o coloro che hanno una vita sociale attiva).
Molti si domanderanno: perché, a fronte di tutto il procedimento descritto, il Ministero della Salute Italiano ha inserito nel Decreto 9/11/2015 una metodica così “semplificata” per la preparazione della tisana alla cannabis? Tolti alcuni motivi che si possono immaginare, la risposta potrebbe essere “perché è stato tradotto direttamente dal folder illustrativo distribuito dal Ministero della Salute Olandese”.
Effettivamente il Ministero della Salute Olandese ha prodotto un “foglietto illustrativo” su come preparare la tisana, riportando i classici 15 minuti.
Quello che il Ministero della Salute Italiano non ha considerato è stato il testo successivo dove viene riportato (tradotto):
Il tè [tisana alla cannabis, ndr.] non dovrebbe pertanto essere considerato solo come una forma di somministrazione a basso dosaggio di THC (la quale è in verità), ma piuttosto come una medicina diversa, per la presenza di elevate quantità di acidi cannabinoidici [es. THCA e CBDA, ndr.]
Si tratta di capsule (NON da ingerire) che contengono polvere di cannabis grezza (raw) insieme ad un eccipiente che ha adsorbito oli e altre sostanze; tali capsule sostituiscono la classica cartina/bustina di cannabis: vanno aperte e il cui contenuto va versato in acqua per farne un decotto esattamente con i passaggi sopra descritti. Vantaggi? Tanti, ma tra tutti il fatto che essendo micronizzata (ossia le parti sono della dimensione inferiore al millimetro), la superficie di esposizione è milioni di volte maggiore rispetto ad un normale “pezzo” di infiorescenza.
Si, è possibile preparare una tisana con solo latte, utilizzando latte freddo sin dall’inizio, senza dover aggiungerne ulteriormente. Il consiglio è comunque di “allungare” il latte con un po’ di acqua: durante l’ebollizione, la parte acquosa del latte tende ad evaporare, lasciando un latte molto “pesante” e grasso che alcuni pazienti possono trovare difficile da digerire.
Ulteriori informazioni sulla cannabis ad uso medico possono essere reperite sul sito del Ministero della Salute e dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Miitare di Firenze.
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Farmacista appassionato di Galenica, Legislazione Farmaceutica e Farmaci al banco. Amministratore di Farmagalenica.it, Farmacosmetica.it e Cercagalenico.it.
Nel 2013 si è specializzato in preparazioni galeniche a base di cannabinoidi e cannabis medica e ha conseguito un Master alla Bedrocan BV. Da sempre lavora presso l’omonima Farmacia.
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