L'articolo Cosmetici alla canapa in Europa e Italia, normativa e spunti sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>e così via.
Lo scenario classico è l’agricoltore che ha un campo di canapa e vuole venderla (o vendere un semilavorato ottenuto dalla sua coltivazione) ad un laboratorio cosmetico affinché ne faccia cosmetici alla canapa.
Esattamente come nell’uso della canapa/cannabis nel consumo umano in cui vige una grande confusione, anche per l’uso della canapa nei cosmetici ci troviamo nella stessa situazione, specialmente su cosa è lecito e cosa non lo è.
In questo articolo, faremo chiarezza su quali parti e derivati della cannabis/canapa possono essere utilizzati per preparare un cosmetico (creme, shampo, sapono, sieri, ecc…).
Prima di procedere e per scongiurare incomprensioni ulteriori, serve un minimo di chiarimento sui termini usati, vale a dire
Ulteriori approfondimenti sono in questo articolo dedicato sulla canapa ad uso umano, in cui si spiegano ancora meglio e più dettagliatamente le differenze.
Non vogliamo annoiarvi, ma anche questo è un passaggio obbligatorio da conoscere per capire (tra poco) perché SI alcune cose e perché NO altre quando si parla di cannabis nei cosmetici.
Quando si vuole creare e immettere in commercio un cosmetico (qualsiasi, non necessariamente con cannabis) l’iter in estrema sintesi è:
L’ultimo punto vuol dire che una volta inviato (elettronicamente) la comunicazione al CPNP, dopo appena mezz’ora è possibile commercializzare il prodotto cosmetico.
È nel punto 2 che avviene la scelta e utilizzo delle sostanze e materie prime, tra cui (volendo) canapa e derivati.
Seguita la procedura di cui sopra, le domande che sorgono sono:
Queste domande hanno una risposta divisa in 2 parti:
Fatta questa introduzione (speriamo utile), andiamo al nocciolo.
Sono le seguenti:
NON sono utilizzabili nei cosmetici alla canapa:
Coraggio, continuate a leggere per capire come e perché
Tutte le sostanze utilizzabili nei cosmetici in Europa sono contenute in un grande database chiamato COSING (Cosmetic Ingredient Database) che è composto da
Per quanto riguarda la canapa (hemp), in questo database Europeo e quindi valido per qualsiasi cosmetici alla canapa, sono riportate 17 20 40 diverse registrazioni alla data del presente articolo (Febbraio 2021), in particolare le seguenti (nome INCI):
Il più semplice, l’olio di seme o olio di canapa, inteso come l’olio ottenuto dalla spremitura del seme.
Avete presente i cosmetici all’olio di oliva o con l’olio di mandorle dolci o olio di enotera? Ecco, stessa cosa, cosmetici con l’olio di canapa. Niente CBD (se non tracce irrilevanti), niente cannabinoidi, …
Posto che si utilizza anche a livello alimentare, a livello cosmetico, l’olio di semi di canapa ha proprietà
Volete saperne di più sull’olio di canapa? Leggete l’articolo dedicato.
Anche qui, parliamo di qualcosa di noto: estratti derivanti dal seme di canapa.
Il seme di canapa ufficialmente non contiene THC (se non tracce per contaminazione) e ha bassissimi livelli di CBD.
A livello cosmetico si utilizza ufficialmente come emolliente.
È la richiesta che va per la maggiore, la “crema al CBD” o “il siero alla cannabis con CBD”.
Qui le cose si complicano, o meglio, è necessario spiegare bene. Difatti, nel Cosing il CBD viene descritto in 2 modi diversi:
Per entrambi, poi, è presente un riferimento all’Annex II/306. Calma!
L’Annex II (annex secondo, non annex due) è quella parte del Regolamento sui cosmetici Europei relativo alle sostanze vietate. Il numero 306 riferito alla cannabis, indica (hahaha… “indica”… ) che la cannabis si trova nella posizione 306.
Il fatto che una sostanza sia presente nell’Annex II, significa che non può essere usata nella preparazione di un cosmetico.
Questo è il CBD che nel 99,9% dei casi viene richiesto da chi vuole produrre un cosmetico alla cannabis: il CBD “naturale” perché ottenuto dalle infiorescenze di cannabis (che sono naturali, giusto?).
Ma, nelle annotazioni sul CBD, il Cosing riporta che (traduzione a cura dell’Autore):
il cannabidiolo come tale, indipendentemente dalla sua origine, non è contenuto nelle sostanze stupefacenti della Convenzione Unica sulle sostanze Narcotiche del 1961. Ad ogni modo, il suo uso deve essere vietato nei prodotti cosmetici (II/306) se preparato partendo da estratti o tinture o resine di cannabis, in accordo con la Convezione Unica.
Cosing
Tenere presente inoltre che la legislazione di ogni Stato Membro sulle sostanze stupefacenti che potrebbe applicarsi
Il che significa che il CBD sintetico in quanto tale può essere usato, mentre in forma di resine, tinture o estratti titolati in CBD (indipendentemente dal tenore di THC ovvero anche se < 0.2% o anche < 0.1%) NON può essere utilizzato nella produzione di cosmetici alla canapa.
Molti rabbrividiscono e storcono il naso alla parola “sintetico” associata alla cannabis, ritenendo che associando tale termine associato alla parola “cannabis” sia un reato!
Di fatto, dal punto di vista chimico, il CBD sintetico è identico al CBD naturale, quel che cambia è “l’intorno”, ossia le altre sostanze presenti. Spieghiamo.
Immaginiamo un cristallo naturale di CBD ottenuto dalle infiorescenze di canapa, puro al 99.2% e un cristallo sintetico di CBD puro al 99.2%.
Significa che in entrambi casi il 99.2% è rappresentato dal CBD, chimicamente identico tra i 2. La differenza sta in quel 0,8%.
Nel caso del CBD naturale, lo 0,8% potrà essere composto da terpeni, altri cannabinoidi (anche THC, a tenore variabile), alcaloidi.
Nel caso del CBD sintetico, lo 0,8% saranno per lo più solventi residui e metaboliti secondari (anche THC, anche se in tracce).
Tutto ciò detto, anche per il CBD sintetico, il Cosing riporta la stessa frase citata sopra per il CBD naturale, ma in questo caso non si tratta né di resina, né di estratto, né di tintura.
Sperando abbiate letto come era prima, le poche seguenti righe faranno capire rapidamente: il COSING è stato aggiornato ed è stata rimossa la limitazione dell’Annex II/306 sul CBD naturale ottenuto da estrazione (da fiori, foglie o altro).
Si può vedere dalla foto seguente come la colonna dell’Annex II/306 (il divieto) ora sia vuota.
Di conseguenza CBD sintetico o anche il CBD naturale può essere impiegato nella preparazione di cosmetici alla canapa. Tale possibilità è ancora possibile alla data di Febbraio 2024.
Il THC (tetraidrocannabinolo) è una sostanza classificata come stupefacente e perseguita da leggi internazionali. La sua presenza nel FIORE è solitamente richiesta sia < 0.2%.
Ma per quanto detto dell’Annex II/306, tutte le materie prime ad uso cosmetico della cannabis nei cosmetici devono essere completamente prive di THC, che non deve essere presente neppure in tracce.
In pratica, un certificato di analisi di una materia prima ad uso cosmetico deve riportare ND (Not Detected).
A voi le considerazioni.
A parte i terpeni e gli estratti da foglie (per un motivo che vedremo a breve), non si può usare nient’altro, in base alla normativa attuale sui cosmetici alla canapa.
Il motivo è presto detto:
Perché i terpeni NON sono costituenti unici della cannabis, ma a livello botanico sono presenti in tanti altri vegetali (es. agrumi, luppolo, ecc…) ossia si possono ottenere (estraendoli) da piante che nulla hanno a che vedere con la cannabis e le sue limitazioni.
E, ovviamente, queste sostanze sono riportate nel Cosing.
L’importante, è che siano sempre certificati ad uso cosmetico.
Per evitare di ripetere cose già dette, proponiamo questa tabella riepilogativa su quali parti e derivati della canapa possono essere utilizzate per preparare cosmetici alla canapa.
SI PUO’ USARE? | |
CBD sintetico | SI |
CBD naturale senza THC | SI |
CBD naturale con tracce di THC | NO |
CBG sintetico | SI |
CBG naturale | SI |
altri cannabinoidi sintetici (es. CBN) | SI |
altri cannabinoidi naturali (es. CBN) | NO |
infiorescenze o derivati da infiorescenze (estratti, tinture, …) | NO |
steli e derivati degli steli | SI |
semi e derivati (olio da seme, farina, ecc..) | SI |
oli essenziali | NO |
foglie (estratto senza THC) | SI |
foglie (TUTTO il resto, esclusi estratti) | NO |
E ricordiamo che il nostro laboratorio cosmetico Farmacosmetica prepara e vende da tempo cosmetici alla canapa, secondo tutto quello spiegato in questo articolo.
Farmacista appassionato di Galenica, Legislazione Farmaceutica e Farmaci al banco. Amministratore di Farmagalenica.it, Farmacosmetica.it e Cercagalenico.it.
Nel 2013 si è specializzato in preparazioni galeniche a base di cannabinoidi e cannabis medica e ha conseguito un Master alla Bedrocan BV. Da sempre lavora presso l’omonima Farmacia.
Iscrizione Albo dei Farmacisti
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]]>L'articolo Microbiota intestinale e alimentazione: alcuni utili consigli sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>I microorganismi si trovano lungo tutto il canale alimentare, dalla labbra all’ano, ma sono presenti in diversa misura e specie in funzione delle differenti condizioni ambientali che trovano nei vari tratti del tubo digerente.
Di estremo interesse per la salute sono i microrganismi che vivono nell’intestino, scientificamente definiti “microbiota intestinale”.
La relazione che esiste tra noi e il nostro microbiota è una relazione di simbiosi, cioè una relazione che è vantaggiosa per entrambi.
Il nostro ruolo è quello di fornire un ambiente caldo, protetto e ricco di cibo per i batteri che, in cambio, contribuiscono alla nostra salute.
Nel nostro intestino c’è un equilibrio tra batteri buoni e cattivi. Alterarlo vuol dire rischiare di peggiorare la nostra salute.
L’importanza del microbiota intestinale è legata alle sue numerose funzioni:
Questo sistema di difesa è altamente efficiente se il tipo, la quantità e le relative proporzioni dei vari componenti del microbiota rispecchiano il giusto equilibrio (che si chiama eubiosi).
Se, per qualsiasi motivo, diminuisce il numero di batteri vantaggiosi, questo equilibrio si altera e avremo quella condizione (definita di disbiosi), che può avere numerose ripercussioni negative sulla barriera mucosa e quindi sul nostro organismo.
In queste condizioni infatti si assiste ad una crescita elevatissima di patogeni a livello intestinale.
Tali microorganismi sono particolarmente pericolosi, in quanto potenzialmente capaci di colonizzare altre aree del corpo, provocando, per esempio, infezioni vaginali, respiratorie e persino dentali.
Un chiaro e frequente stravolgimento della flora si ha quando assumiamo antibiotici. In tale circostanza il farmaco non si limita a contrastare i germi patogeni di un’infezione in corso, ma distrugge anche tutti quei batteri della flora intestinale che sono sensibili all’antibiotico.
Si ha quindi una riduzione dei batteri intestinali e i più resistenti all’antibiotico finiscono per prevalere, alterando il precedente stato di equilibrio con conseguente aumento della permeabilità di barriera.
Altre cause frequente di disbiosi sono:
La composizione del microbiota è fortemente influenzata dalla nostra alimentazione e, anche se la rottura di un equilibrio microbico può dipendere da diverse cause (agenti patogeni infettivi, abuso di farmaci, vita sedentaria, stress psicofisici ecc.), il ruolo dell’alimentazione e dello stile
di vita è, come sempre, importantissimo.
Per prima cosa, dunque, cerchiamo di correggere il nostro regime alimentare.
In che modo?
Lo zucchero ha un effetto profondamente negativo sull’intestino, poiché nutre i batteri cattivi presenti a livello intestinale, squilibrando la flora batterica.
Per questo è importante ridurre il consumo di alimenti ricchi di zucchero come dolci, caramelle, bevande energetiche e succhi di frutta.
Obiettivo importante è quello di raggiungere un consumo giornaliero di almeno 25 g di fibra, grazie al consumo di frutta e verdura, e all’utilizzo di cereali integrali.
Tutti questi alimenti contengono molecole chiamate “prebiotiche”, cioè sostanze che stimolano lo sviluppo dei microrganismi che abitano l’intestino. I due prebiotici più conosciuti sono l’inulina e i FOS (frutto-oligo-saccaridi), presenti soprattutto in alimenti come soia, avena integrale, cicoria, carciofo, cipolla, porro, asparago.
Gli alimenti trasformati a base di farina bianca, zucchero raffinato e grassi idrogenati incoraggiano la crescita di batteri che attaccano la mucosa intestinale e di conseguenza possono avere un impatto negativo sul microbiota e sull’integrità del rivestimento dell’intestino.
Innumerevoli ricerche scientifiche confermano come i prodotti contenenti probiotici sono alleati preziosi per il benessere intestinale, in quanto arricchiscono il microbiota, favoriscono il transito intestinale, contrastano pesantezza e gonfiore addominale e migliorano così il benessere generale. Il termine probiotico è riservato a quei microrganismi che si dimostrano
in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di svolgere funzioni benefiche per l’organismo.
Affinché si possa parlare di probiotici, e non di semplici fermenti lattici, questi microrganismi devono:
Molti dei fermenti lattici contenuti nello yogurt non possiedono tali caratteristiche e non sono pertanto in grado di influenzare positivamente la flora batterica intestinale.
!!!
In particolare di antibiotici, antinfiammatori e inibitori di pompa protonica. Negli ultimi anni si assiste sempre più ad un uso improprio di questi farmaci che, invece, andrebbero utilizzati solo nei casi in cui sono davvero necessari dal momento che antibiotici, antinfiammatori e IPP modificano la flora intestinale, provocando disbiosi e alterazione del microbiota intestinale.
Camminare, andare in bicicletta, nuotare, fare jogging: oltre alla lunghissima serie di effetti benefici, l’esercizio fisico ha un impatto positivo anche sulla flora batterica intestinale.
Infine, come sempre… non dimentichiamoci di CURARE L’IDRATAZIONE: il modo più efficace per migliorare la salute dell’intestino è infatti quello di bere più acqua.
Se desiderate contattare la Dr.ssa Maria Luisa Pezzuto, farle domande su microbiota intestinale e alimentazione, chiedere consigli, eccetera potete scriverle a [email protected]
Dr.ssa Maria Luisa Pezzuto, Farmacista laureata in Farmacia all’Alma Mater Studiorium – Università degli Studi di Bologna e laureata in Biologia Molecolare, Sanitaria e della Nutrizione all’Università di Urbino (Carlo Bo).
L'articolo Microbiota intestinale e alimentazione: alcuni utili consigli sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>L'articolo Alimentazione e pelle grassa: i consigli dell’esperta sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>Un fastidioso problema che moltissime donne affrontano ogni giorno è la pelle grassa.
Chi ne soffre si trova perennemente alle prese con l’arduo compito di cercare di opacizzare il viso, specialmente la zona T (fronte, naso, mento), per combattere il classico effetto lucido ed oleoso che caratterizza questo tipo di pelle e che spesso costringe queste donne a non a poter fare a meno del trucco prima di uscire da casa.
Fermo restando che, come visto in un precedente articolo, i principali responsabili della pelle grassa sono predisposizione genetica e ormoni (la produzione del sebo è regolata da stimoli ormonali – non a caso parliamo di un inestetismo estremamente diffuso in età adolescenziale), va anche detto che scelte nutrizionali insalubri possono certamente contribuire ad alimentare questo disturbo.
Se vogliamo attenuare il problema della pelle grassa dobbiamo quindi
necessariamente partire dall’alimentazione, scegliendo un menù che sia equilibrato dal punto di vista dei nutrienti e soprattutto che non preveda alcun tipo di eccesso o stravizio.
Iniziamo col dire che la pelle accumula tutte le impurità che passano per lo stomaco e non vengono ben smaltite dal fegato; un’alimentazione troppo carica ed elaborata, può mettere a dura prova la digestione e il corretto funzionamento di questi due organi.
Per prima cosa quindi pensiamo a disintossicare il fegato (la nostra centrale metabolica), seguendo una dieta che lo liberi dalle tossine e dalle sostanze di scarto e che gli permetta dunque di funzionare al meglio.
In che modo?
Eliminiamo per un periodo i grassi e i piatti troppo elaborati; in un secondo momento sarà sufficiente ridurli.
In particolare iniziamo a rinunciare a merendine, patatine fritte e snack in
busta, che sono anche ricchi di carboidrati a rapido assorbimento.
Limitiamo il consumo di alimenti di origine animale: carne, uova, ma anche formaggi grassi e burro che è sempre e comunque bene sostituire con l’olio extravergine di oliva e le erbe aromatiche.
Riduciamo drasticamente i fritti, gli alimenti grassi e ricchi di sale, come gli insaccati o gli alimenti in scatola e, naturalmente, i dolci: sono i principali nemici della pelle grassa e quindi andrebbero totalmente esclusi dal regime alimentate o comunque riservati ad eventi eccezionali o occasionali.
Tra le bevande è importante fare a meno a tutte quelle che contengono sostante eccitanti come il tè, il caffè, gli alcolici e chiaramente le bevande gassate e zuccherate, poiché queste ultime provocano picchi glicemici che non fanno altro che peggiorare la salute della pelle e anche l’acne.
Per dire addio ai segni della pelle grassa è fondamentale impostare una dieta sana ed equilibrata, scegliendo con cura gli alimenti da portare a tavola ogni giorno.
I cibi che aiutano a contrastare questo fastidioso inestetismo e che dovrebbero essere consumati quotidianamente sono tutti quelli ricchi di fibre perché queste:
Tra gli alimenti ricchi di fibre ricordiamo:
La carne può essere sostituita in maniera egregia dal pesce, alleato prezioso per combattere la pelle grassa, perché ricco acidi grassi omega 3. Questi ultimi, infatti, avendo attività antinfiammatoria, contribuiscono favorevolmente alla risoluzione di problema.
Non a caso, già nel 1961, uno studio condotto dai dermatologi Hitch e Greenburg suggeriva che gli adolescenti abituati ad un’alimentazione ricca di pesce ed alimenti di mare avevano una ridottissima incidenza di pelle seborroica, papule, pustole e cisti acneiche.
Infine non dimentichiamo di bere i nostri bei 2 litri di acqua al giorno per eliminare più facilmente le scorie e le tossine accumulate.
Corretto il regime alimentare, dunque, quasi tutti i problemi legati alla pelle grassa tenderanno a regredire, prima un po’ alla volta, ma poi molto più rapidamente.
Un’alimentazione sana ed equilibrata, infatti, è la chiave per sconfiggere la pelle impura ed avere un aspetto sano.
Se desiderate contattare la Dr.ssa Maria Luisa Pezzuto, farle domande su alimentazione e pelle secca, chiedere consigli, eccetera potete scriverle a [email protected]
Dr.ssa Maria Luisa Pezzuto, Farmacista laureata in Farmacia all’Alma Mater Studiorium – Università degli Studi di Bologna e laureata in Biologia Molecolare, Sanitaria e della Nutrizione all’Università di Urbino (Carlo Bo).
L'articolo Alimentazione e pelle grassa: i consigli dell’esperta sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>L'articolo Come migliorare la pelle grassa: cosmetici e consigli sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>La pelle grassa e ricca di impurità, non è solo una prerogativa dell’età adolescenziale, ma è una tipologia di pelle molto diffusa. Dal primo sguardo appare irregolare, lucida, poco compatta e molto “porosa”.
Al tatto ciò che si percepisce è una sensazione di untuosità ed uno sgradevole ispessimento cutaneo, a cui può essere correlato un colorito poco rosaceo ma più tendente al grigio.
Frequente risulta anche la presenza di comedoni: un “tappo” di sebo e
cellule cornee che si crea sugli osti follicolari (canali attraverso cui il sebo si riversa all’esterno).
Si tratta di un disturbo estetico ampiamente diffuso e causato da una iperattività delle ghiandole sebacee distribuite nella pelle.
In base a quanto è esteso, è possibile distinguere diverse tipologie di pelle:
Ci sono diverse cause:
Chi ha la pelle grassa è convinto, proprio per tale ragione, di non dover cospargere il volto con alcun prodotto per non peggiorare la situazione: niente di più sbagliato!
Ciò che fa la differenza nel migliorare la pelle grassa sono le corrette abitudini e gli adeguati cosmetici.
Vediamoli insieme!
Mantenete la pelle pulita e detergere il viso quotidianamente sia mattina che sera per eliminare tracce di trucco ed impurità.
Ciò che risulta determinante è la scelta del detergente che dovrà risultare delicato e con un pH pari a 4.5-5.5 (come quello della pelle).
Tenere a mente che una detersione troppo frequente o aggressiva non porterà ulteriori miglioramenti, dato che un eccessivo lavaggio potrebbe stimolare ancora di più la produzione di sebo (effetto “rebound” o “paradosso”).
Contrariamente a quanto si possa pensare, l’utilizzo di olio per la detersione quotidiana risulta essere consigliabile in quanto sono davvero molto delicati.
Qui viene in nostro aiuto uno dei più importanti principi chimici, secondo il quale “il simile scioglie il simile“. Ed è proprio così: l’olio rimuoverà dalla pelle l’eccesso di sebo (che è grasso, come l’olio) per affinità e è quindi un ottimo alleato per la prevenzione di punti neri.
Infine, alcuni suggerimenti veloci:
Per migliorare la pelle grassa ed evitare problemi, è bene:
Una volta a settimana sarebbe opportuno effettuare un rituale di esfoliazione della pelle al fine di levigarla e conferirle rinnovata luminosità.
Il primo step consiste nell’aprire i pori con un bagno di
vapore per effettuare poi il vero e proprio trattamento. Gli esfolianti, infatti, sono attivi finalizzati a promuovere il rinnovamento cellulare, stimolare la produzione di collagene ed elastina. Tutto ciò si può
effettuare utilizzando prodotti all’acido glicolico, acido salicilico, derivati dell’acido retinoico.
Spesso i prodotti specifici per l’acne vanno ad intaccare il film idrolipidico presente nella barriera cutanea, favorendo l’evaporazione di acqua e una conseguente disidratazione. Un significativo contributo al miglioramento di tale quadro potrebbe sicuramente essere costituito dall’utilizzo di un prodotto idratante che non contenga ingredienti comedogenici.
Da evitare sono quindi ingredienti molto occludenti quali vasellina, paraffina e cere.
E’ buona norma applicare sempre un generoso strato di protezione solare. Questo perché la cute reagisce alle radiazioni UV andando ad aumentare il proprio spessore e facilitando la formazione di comedoni.
Meglio limitare il consumo di grassi animali, alcol e zuccheri raffinati. Ma in un prossimo articolosi parlerà specificatamente dell’alimentazione.
Quello che vorremmo trasmetterti, è di non aggredire la tua pelle perché grassa ma di trattarla con attenzione e cura perché … (attenzione contiene spoiler)… ha il vantaggio di invecchiare più lentamente!
Articolo offerto da Farmacosmetica, produzione di cosmetici personalizzati che puoi acquistare online.
Farmacista appassionato di Galenica, Legislazione Farmaceutica e Farmaci al banco. Amministratore di Farmagalenica.it, Farmacosmetica.it e Cercagalenico.it.
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]]>L'articolo Alimentazione e pelle secca: i consigli dell’esperta sembra essere il primo su Farmagalenica.
]]>Le diamo un caloroso benvenuto su Farmagalenica, e di seguito potete leggere i suoi consigli su alimentazione e pelle secca.
La secchezza cutanea può dipendere, come visto in un precedente articolo, da una serie di fattori:
Tuttavia anche l’alimentazione può giocare un ruolo importante nel prevenire la disidratazione della cute.
Per mantenere la pelle sana è fondamentale infatti avere un regime alimentare corretto ed equilibrato.
Il primo passo per combattere la pelle secca è, come è facile intuire, quello di preservare l’idratazione della cute; la disidratazione infatti aumenta il grado di secchezza della pelle. Ecco perché è fondamentale bere molto, soprattutto nei periodi caldi, in cui l’organismo elimina tanta acqua, privandone i tessuti, inclusi quelli cutanei.
Per garantire un adeguato apporto idrico all’organismo, bisognerebbe quindi imparare a bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno. In tal modo questa acqua si andrà ad aggiungere a quella che noi dovremmo introdurre con la frutta e la verdura che, oltre ad essere ricche di liquidi, contengono anche vitamine e sali minerali, preziosi per il benessere della pelle.
Tra le vitamine quella che in assoluto non deve mancare è la vitamina A, contenuta
In generale una corretta alimentazione, basata soprattutto sul modello della dieta mediterranea, garantisce un più che sufficiente quantitativo di vitamina A per il benessere della pelle e dell’organismo.
Anche la vitamine E può venirci in aiuto nel contrastare la secchezza cutanea. Grazie al suo potere antiossidante, infatti, aiuta il nostro organismo a difendersi dall’azione dei radicali liberi e dunque dall’invecchiamento cellulare.
Le fonti più importanti di vitamina E sono vegetali:
Infine, la vitamina E si trova anche nelle frazioni lipidiche di alcuni prodotti di origine animale: fegato, uova e materia grassa del latte.
Bisogna poi imparare a ridurre l’apporto di sale, perché questo richiama acqua dalle cellule superficiali che, ne restano prive, si disidratano e assumono un aspetto sfaldato e secco.
Altre sostanze che contribuiscono a mantenere idrata la nostra pelle sono gli acidi grassi polinsaturi omega 3 e omega 6, che rafforzano le membrane cellulari e sono utili per ridurre le perdite di acqua. Questi nutrienti si trovano soprattutto nel pesce, nell’olio, nelle mandorle e nelle noci.
La frutta e la verdura presenti nel periodo estivo sono molto ricche di acqua e, di conseguenza, è più semplice raggiungere il giusto apporto di liquidi. Basti pensare alle angurie e alle pesche che, oltre a contenere poche calorie, sono frutti ricchissimi di acqua. Anche i pomodori contengono tantissima acqua e possono essere consumati sotto forma di centrifugati, frullati oppure in fresche insalate.
Un altro alleato della nostra pelle è l ’avocado perché ricco di acidi grassi buoni, di vitamina A, D ed E.
Nella stagione invernale, invece, è vero che la frutta contiene meno acqua ma, per contro, contiene molti nutrienti che possono comunque aiutare la pelle. Tra tutti bisogna ricordare la zucca, ricca di betacarotene, e i finocchi, ricchi di acqua. Inoltre, vi sono altri alimenti come spinaci, prezzemolo e frutti di mare, che apportano collagene e sali minerali.
Non dimentichiamoci poi della frutta secca, fra cui mandorle e noci, ricca di vitamina E e di grassi omega 3, utili per mantenere la pelle distesa ed idratata e per limitare la perdita di acqua. Questi acidi grassi sono reperibili anche nelle sardine, nello sgombro, nel tonno, nel merluzzo e nel salmone; inoltre sono presenti anche nell’ olio extra vergine d’oliva, che dovrebbe essere consumato ogni giorno a crudo.
Tuttavia, al di là della stagione in cui ci troviamo, il trucco per esser certi di consumare alimenti idratanti è quello di avere un’alimentazione il più possibile varia, mettendo insieme più tipi di alimenti, come avviene nei centrifugati costituiti da più frutti, nel minestrone composto da più verdure e nelle insalate miste.
Se desiderate contattare la Dr.ssa Maria Luisa Pezzuto, farle domande su alimentazione e pelle secca, chiedere consigli, eccetera potete scriverle a [email protected]
Dr.ssa Maria Luisa Pezzuto, Farmacista laureata in Farmacia all’Alma Mater Studiorium – Università degli Studi di Bologna e laureata in Biologia Molecolare, Sanitaria e della Nutrizione all’Università di Urbino (Carlo Bo).
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