Last Updated on 13 Marzo 2019 by Dr. Marco Ternelli
La tisana alla cannabis, rappresenta una delle vie più note di assunzione di cannabis terapeutica: sono tantissime le possibilità di preparazione che si leggono su Internet, con acqua, ma non solo (latte, burro, oli vegetali, eccetera) portando a risultati diversi, sia di effetto che di efficacia.
La tisana alla cannabis, rappresenta una via di somministrazione ben conosciuta, ma spesso legata all’uso ludico (insieme al fumo), che è certamente la principale via di somministrazione della cannabis.
Da sempre, anche in seguito all’entrata in vigore del Decreto 9/11/15 che ha reso difficoltosa in Farmacia la preparazione di estratti pronti di cannabis (più semplici, pratici ed efficaci), la tisana alla cannabis è tornata alla ribalta in quanto moltissimi Medici hanno ripreso a prescrivere cartine di cannabis (tra le varietà legali Bedrocan, Bediol, Bedica, Bedrobinol, Bedrolite, FM1, FM2 e Aurora Pedanios) da assumere in tisana.
La tisana alla cannabis è raccomandabile?
Va detto subito: la tisana alla cannabis, specialmente se realizzata secondo le indicazioni nel Decreto 9/11/15, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, è una pessima via di somministrazione della cannabis, soprattutto se si vuole comparare la quantità/qualità delle sostanze assunte (cannabinoidi, terpeni, ecc…) con il fumo o la sua versione medica, la vaporizzazione.
Nella siffatta tisana, i cannabinoidi sono scarsamente decarbossilati e molte sostanze scarsamente estratte (che passano ciò dal fiore al liquido).
Poiché spessissimo molte “ricette” per la preparazione di tisane alla cannabis sono descritte più per un uso ludico che medico, nel seguente articolo si forniranno alcune metodiche (supportate da analisi scientifiche) con diverse ottimizzazioni per ottenere la miglior estrazione e decarbossilazione possibile nella preparazione della tisana alla cannabis realizzata con cannabis di grado farmaceutico.
Le indicazioni riportate, sono utilizzabili anche per una tisana alla cannabis light.
Differenza tra infuso e decotto: cosa c’è da sapere
FONDAMENTALE: per la realizzazione della tisana alla cannabis terapeutica non si prepara un infuso, ma un decotto. Le differenze:
- infuso: (il classico tè che tutti abbiamo preparato nella vita) si porta a bollore l’acqua, si spegne la fonte di calore, si aggiunge la cannabis e si lascia riposare per 2-3-5-10 minuti.
- decotto: in acqua fredda si aggiunge subito la cannabis, si porta a ebollizione, e si continua l’ebollizione per il tempo stabilito.
Come preparare una tisana alla cannabis terapeutica o canapa legale
Metodica Ministeriale del Decreto 9/11/2015
La Metodica del Ministero della Salute nel Decreto 9 novembre 2015 prevede l’uso di acqua per un tempo di 15 minuti. I passaggi riportati sono:
- preparare acqua fredda in rapporto “1000 : 1” acqua/cannabis (es. per 100 mg di cannabis, usare 100 ml di acqua)
- versare la dose di cannabis
- portare a ebollizione
- coprire con coperchio
- mantenere l’ebollizione per 15 minuti
Il Decreto non aggiunge altro. Tale metodica è sconsigliata per diversi motivi:
- i principi attivi della cannabis sono lipofili (grassi); l’acqua è un solvente idrofilo (acquoso) quindi pessimo per quanto riguarda la capacità di solubilizzare ed estrarre i cannabinoidi (una parte esce comunque dall’infiorescenza per questioni fisiche di osmosi e rimane sospesa in acqua).
- i tempi di bollitura indicati dal Ministero sono insufficienti per avere la certezza che buona parte (sufficiente) del THC e CBD siano decarbossilati (in questo contesto, il termine può essere frettolosamente tradotto in “attivati”). Studi olandesi hanno dimostrato come nella tisana alla cannabis così fatta, il contenuto di THCA sia fino a 5 volte superiore al THC (cioè il THC è 1/5 rispetto al THCA), poiché le temperature raggiunte sono minori rispetto a quelle di fumo, vaporizzazione o cottura in forno. Altrettanto per i tempi a cui la cannabis è sottoposta a queste temperature.
- se non velocemente bevuta dal momento della preparazione, i cannabinoidi presenti nella tisana con sola acqua tendono ad appiccicarsi sul fondo o ai lati del bicchiere/tazza; di conseguenza il paziente si beve… acqua calda.
- con la quantità di acqua indicata dal Ministero, quasi certamente al termine dell’ebollizione rimarrà poca o (quasi) niente acqua.
- sono stati eseguiti studi in gascromatografia su campioni non derivatizzati/silanizzati (i risultati sono riportati nella tabella sottostante) che dimostrano come l’estrazione in sola acqua sia pessima:
Tisana con… | Bedrocan® 22% GREZZO in cartine | Bedrocan® 22% THC MICRONIZZATO in capsule apribili |
Acqua | < 1% | 3,53% |
Acqua + latte | 2,2% | 12,82% |
Nota: essendo riferiti a 100mg di cannabis e 100ml di acqua, i risultati % possono essere letti anche come mg di THC estratti. Ad esempio: 12,82% indica che in 100ml di tisana preparata con 100mg di Bedrocan 22% erano presenti 12,82mg di THC.
Nel caso della Cannabis grezza in cartine, il residuo solido è stato filtrato. Potenziale THC attivato residuo, potrebbe essere rimasto nel materiale vegetale, motivo per cui si sconsiglia fortemente di filtrare il residuo, ma di ingerirlo insieme alla tisana.
Tisana = spreco?
Tutto questo si tradurrebbe in una apparente inefficacia della cannabis o ad un inutile necessità di incrementare le dosi (con aumento delle spese per il paziente!), in considerazione del fatto che nel decotto preparato dal paziente NON è conoscibile la concentrazione reale di THC e/o CBD e che comunque questa sarebbe (valore medio) 1/5 del totale (es. circa 4mg di THC e circa 20mg di THCA nel Bedrocan oppure 1,5mg di THC e 6mg di THCA nel Bediol).
In altre parole, se per somministrare 1 mg di THC, bastano circa 25mg di cannabis in olio, in tisana ne servono circa 100 mg ossia 4 volte di più.
4 volte vuol dire 4 volte il costo per il paziente. O 4 volte il costo per il Sistema Sanitario.
Metodica consigliata per preparare la tisana alla canapa
In considerazione dei problemi espressi nell’analisi precedente, la versione consigliata della tisana alla cannabis tende a ottimizzare alcuni punti, in particolare:
- tempi: vengono aumentati per permettere una maggiore decarbossilazione. Non c’è rischio di ottenere prodotti di degradazione (es. CBN dal THC) o di perdere terpeni, perchè la temperatura massima raggiunta è circa 100°C (oltre non si può andare, dato che l’acqua bolle)
- liquido solvente: poiché i cannabinoidi sono lipofili, si utilizza un solvente in grado di sciogliere i cannabinoidi, tenendoli stabilmente in soluzione. Non volendo usare oli che sarebbero troppo pesanti e con altri problemi, il liquido migliore è il latte (meglio vaccino, ma anche di soia) in quanto è una emulsione, cioè una miscela di grasso in acqua, in grado di estrarre sia sostanza grasse che idrofile.
- quantità di liquido: rispetto al rapporto 1000 : 1, si prepara la tisana con molto più liquido, sia per compensare le perdite di evaporazione, sia per ottimizzare l’estrazione (liquidi troppo concentrati non riescono ad estrarre tutte le sostanze).
- preparazione della cannabis: passaggio necessario con cui si tritura la cannabis per aumentarne la superficie di esposizione ovvero le parti di cannabis a contatto con il solvente. Questo favorisce sia la decarbossilazione che l’estrazione. L’operazione può avvenire con una lama, meglio con un grinder, meglio ancora facendo preparare al Farmacista della polvere micronizzata di cannabis.
Di seguito, la ricetta ottimizzata e consigliata per la preparazione di una tisana alla cannabis terapeutica, a cura del Dr. Marco Ternelli:
- “battezzare” un pentolino con il quale si preparerà la tisana alla cannabis, ossia usare sempre quello. Pentolini di dimensioni diverse cambiano la superficie di esposizione del liquido, facendolo evaporare più o meno velocemente, alterando (in più o in meno) la quantità finale di tisana residua.
- porre acqua fredda nel contenitore, almeno (almeno!) 250ml di acqua per dosi di cannabis fino a 200mg, 500ml per dosi da 200mg a 400mg, 750mg per dosi da 400mg a 600mg e così via. Quantitativi molto ridotti di cannabis (es. 30mg, 50mg) richiedono comunque l’utilizzo di almeno 250 ml di acqua.
- nel caso si disponga di cannabis grezza in cartine, sminuzzarla con una lama affilata (o, se disponibile, con un grinder); nel caso si disponga della cannabis micronizzata in capsule apribili per tisana, questo passaggio non è necessario.
- scaldare fino a ebollizione intensa.
- coprire con coperchio e mantenere in bollore per 20 minuti.
- trascorsi 20 minuti, abbassare la fiamma per mantenere un blando bollore, aggiungere almeno 15 grammi di latte intero (o almeno 1,5 grammi di latte in polvere) per ogni 100 mg di cannabis (es. se si sono preparati 200 mg di cannabis, aggiungere almeno 30 grammi di latte intero)
- mantenere l’ebollizione blanda per altri 15 minuti; al termine spegnere e lasciare raffreddare.
- NON filtrare le infiorescenze (o la polvere), ma ingerirle insieme alla tisana: questo permette di assimilare anche eventuali sostanze rimaste nella parte vegetale e non perfettamente estratte o decarbossilate durante la decozione;
- dolcificare a piacere (zucchero, aspartame, stevia, ecc…).
Come conservare e ottimizzare ulteriormente la tisana alla cannabis
Se si desidera consumare la tisana nell’arco della giornata è possibile conservarla in un thermos di vetro o metallo; per la presenza del latte la stabilità in frigorifero, è stimata ad un massimo di 5 giorni.
In questo caso è assolutamente necessario conoscere il volume totale della soluzione per poter sapere da quanti millilitri è composta la singola dosa da prelevare dal thermos, altrimenti si rischia di assumere una quantità o maggiore (in caso di volume inferiore all’atteso, quindi concentrato) o minore (in caso di volume superiore all’atteso, quindi diluito) di quella dovuta.
IMPORTANTE: evitare il più possibile l’uso di cannabis in bustine filtro o alternative in cui la cannabis viene rimossa e gettata via.
In una tisana sicuramente rimangono sostanze all’interno della parte vegetale: gettare via il fiore vegetale vorrebbe dire non assumere la parte in essa contenuta, sprecare farmaco e limitare l’efficacia della cannabis.
La cannabis medica usata nel decotto va mangiata insieme al decotto stesso!
Considerazioni finale sulla tisana alla cannabis terapeutica
Alternative alla tisana alla cannabis?
Come molti avranno capito, il procedimento per la preparazione della tisana è comunque lungo e articolato. Col tempo si può certamente arrivare alla padronanza del metodo, ma i tempi tecnici sono fissi e quindi almeno 40/45 minuti ogni volta sono necessari. Se si considera che la posologia media è di assumere la dose di cannabis (in tisana) 2 o 3 volte al giorno… Si capisce immediatamente come un farmaco come l’olio di cannabis (il paziente assume le gocce prescritte col contagocce. Fine) sia molto più pratico, sicuro e compliant per il paziente (si pensi agli anziani, a chi ha spasmi o coloro che hanno una vita sociale attiva).
Perché la tisana alla cannabis è la via di somministrazione raccomandata dal Ministero della Salute?
Molti si domanderanno: perché, a fronte di tutto il procedimento descritto, il Ministero della Salute Italiano ha inserito nel Decreto 9/11/2015 una metodica così “semplificata” per la preparazione della tisana alla cannabis? Tolti alcuni motivi che si possono immaginare, la risposta potrebbe essere “perché è stato tradotto direttamente dal folder illustrativo distribuito dal Ministero della Salute Olandese”.
Effettivamente il Ministero della Salute Olandese ha prodotto un “foglietto illustrativo” su come preparare la tisana, riportando i classici 15 minuti.
Quello che il Ministero della Salute Italiano non ha considerato è stato il testo successivo dove viene riportato (tradotto):
Il tè [tisana alla cannabis, ndr.] non dovrebbe pertanto essere considerato solo come una forma di somministrazione a basso dosaggio di THC (la quale è in verità), ma piuttosto come una medicina diversa, per la presenza di elevate quantità di acidi cannabinoidici [es. THCA e CBDA, ndr.]
Cos’è la cannabis micronizzata in capsule per tisana?
Si tratta di capsule (NON da ingerire) che contengono polvere di cannabis grezza (raw) insieme ad un eccipiente che ha adsorbito oli e altre sostanze; tali capsule sostituiscono la classica cartina/bustina di cannabis: vanno aperte e il cui contenuto va versato in acqua per farne un decotto esattamente con i passaggi sopra descritti. Vantaggi? Tanti, ma tra tutti il fatto che essendo micronizzata (ossia le parti sono della dimensione inferiore al millimetro), la superficie di esposizione è milioni di volte maggiore rispetto ad un normale “pezzo” di infiorescenza.
E’ possibile preparare una tisana alla canapa con solo latte, senza acqua?
Si, è possibile preparare una tisana con solo latte, utilizzando latte freddo sin dall’inizio, senza dover aggiungerne ulteriormente. Il consiglio è comunque di “allungare” il latte con un po’ di acqua: durante l’ebollizione, la parte acquosa del latte tende ad evaporare, lasciando un latte molto “pesante” e grasso che alcuni pazienti possono trovare difficile da digerire.
Ulteriori informazioni sulla cannabis ad uso medico possono essere reperite sul sito del Ministero della Salute e dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Miitare di Firenze.
Per visualizzare le Farmacie di Farmagalenica in grado di preparare farmaci galenici, consultare il motore di ricerca Cercagalenico.it (si aprirà una nuova pagina).
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Farmacista appassionato di Galenica, Legislazione Farmaceutica e Farmaci al banco. Amministratore di Farmagalenica.it, Farmacosmetica.it e Cercagalenico.it.
Nel 2013 si è specializzato in preparazioni galeniche a base di cannabinoidi e cannabis medica e ha conseguito un Master alla Bedrocan BV. Da sempre lavora presso l’omonima Farmacia.
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Buongiorno,
Sono intollerante al latte vaccino, ho pensato quindi di utilizzare quello al cocco. La sua versione in bricchetto è infatti molto grassa, ben 17 g di grassi ogni 100 ml. Noto però che tende a rapprendersi quando lo verso nell’acqua bollente. Pensa che questo potrebbe essere un problema?
Salve,
immagino sia la coagulazione della parte grassa. Non è un problema di per se se avviene in piccole parti, altrimenti il rischio è che la parte grassa (coagulata) non solubilizzi i cannabinoidi.
Buongiorno,ho fatto la tisana ,con le bustine di bediol fornitemi dal SSN ,seguendo le sue indicazioni,in questo modo risulta efficace la terapia?
Grazie
Salve,
se ha seguito le indicazioni “avanzate”, ha fatto al tisana al meglio possibile. Di per se è un metodo di somministrazione arcaico e superato, ma ancora usato in alcuni contesti. Quello che fa la differenza sull’efficacia sono almeno 2 cose:
Buongiorno, ho la cannabis terapeutica bediol
Piuttosto che fare la tisana, posso vaporizzarla con vaporizzatore portatile? Riesco ad ottenere dei buoni vantaggi?
Purtroppo la tisana mi sembra nulla.
A che temperatura dovrei impostarlo?
Grazie
Salve,
si può essere vaporizzata ma l’effetto sarà molto diverso: immagini la vaporizzazione come una “iniezione”: effetto rapido, più forte ma di minor durata, ma facilmente regolabile.
La tisana È nulla (trova un mio articolo in PDF da scaricare con spiegato perché) a meno di usare dosi già elevate = costi (molto) maggiori.
Vorrei sapere se posso, una volta preparato il tè con il burro e l’erba, posso metterlo nel latte invece che nell’acqua?
Salve,
sì è anche consigliato per avere una migliore estrazione, conservazione e biodisponibilità.
asti , buongiorno , io faccio il decotto di cannabis da 50 mg due volte al giorno per i dolori del parkinson , volevo chiederle posso bere questo decotto , anzi mangiare dentro laz minestra o nel sugo ecc ecc grazie
Salve, si, può fare quello che vuole una volta fatto il decotto. L’importante è usarlo TUTTO e non magari solo una parte (magari perché la minestra è troppo liquida). Altrimenti assorbirebbe solo una parte minore della cannabis.
Buongiorno. Volevo avere informazioni sul tipo di cartine che devono essere utilizzate per la preparazione del decotto. Riguardo al materiale (carta, plastica) e alla chiusura. Le cartine devono essere sigillate o possono essere lasciate aperte? Esiste una normativa a riguardo? Ho consultato il documento Norme di buona preparazione ma non ho trovato molto a riguardo. Lei ne sa qualcosa in merito? Inoltre volevo sapere se la farmacia deve indicare il nome di chi esegue la preparazione. Grazie saluti
…
Le cartine possono essere quelle classiche imparate all’università (quindi carta oleata chiusa a origami) oppure bustine autosigillanti o bustine termosaldabili con o senza sottovuoto. L’unica normativa a riguardo sono le NBP che indicano come i contenitori primari (dove viene messa la cannabis quindi) siano conformi alle NBP: basta acquistare da fornitori referenziati e si è tranquilli.
LA farmacia non deve indicare in etichetta il nome del preparatore, ma le NBP indicano chiaramente che da qualche parte (foglio di lavoro o ricetta) va apposta la firma di chi esegue la preparazione.
Vorrei sapere se oltre al latte vaccino o di soia (vietati a chi ha un tumore), possono andar bene anche il latte di cocco o di mandorla ad esempio.
Si, lo scopo è quello di avere una sostanza liquida contenente una parte grassa. Soia cocco o mandorla vanno benissimo.
Il vaccino comunque sempre intero o può andar bene anche quello p.s.? Ho iniziato oggi con la dose da 30g per la prima volta (e mai provato droghe di alcun tipo). Grazie per la risposta.
Vanno bene entrambi, anche se quello intero è consigliato.
buongiorno dottore mio padre soffre di una grave nevralgia post herpetica da più di otto anni. ha provato con la cannabis terapeutica, ma il dolore invece che diminuire è aumentato. oltre ai farmaci per il cuore assume 300mg di lyrica al giorno di più non può per via dei reni creatina 1.5. non capisco perché la cannabis abbia peggiorato la situazione vorrei indicarle i farmaci che assume e la concentrazione della cannabis si può fare in privato?
grazie per il suo tempo
tiziana
Solitamente in questi casi si parla di “rebound” o “paradosso”: capita quando la dose di cannabis somministrata è troppo ALTA rispetto a quella che il corpo può tollerare.
Se ha fatto tisana, il problema sarà stato quello: avrà dato una dose elevata (es. 500mg in tisana? O era olio? O altro?) che per suo padre era assolutamente troppo.
Mi dia qualche informazione in più.
buongiorno ecco il dosaggio:
preparato galenico da cannabis varietà fm2 mediante estrazione in olio di oliva metodo sifap
delta-9-tetraidrocannabiolo 4,2 mg/ml
acido delta-9 tetreidrocannabinolico (thca) 3,1mg/ml
cannabinolo 0.1mg/ml
cannabidiolo 2,4mg/ml
acido cannabidiolico 6,8mg/ml
cannabigerolo <0.1 mg/ml
cannabicrome 0.1mg/ml
cannabivarina <0.1mg/ml
i dosaggi sono stati effettuati in hplc-uv
questi sono i farmaci che assume regolarmente
lyrica 300mg per la nevralgia post herpetica
congescor 2x5mg
pradaxa 110mg x2
allopurinolo 300mg
vytorin 10mg/40mg
lanoxin 2 giorni sì e uno da da 0,125mg
pritor plus da 40mg
grazie per il suo tempo
cordialità
tiziana
Ok, molto utile. mi manca solo di sapere quante GOCCE assumeva. E come le assumeva: il primo giorno è partita da 1 goccia o da altro (es. 5?)
Buongiorno scusi il ritardo per la risposta solo ora la vedo.il primo giorno una goccia sotto la lingua per poi aumentare di giorno in giorno in giorno di una. Mio padre ha sentito che il dolore aumentava dopo la seconda goccia, la prima lo aveva aiutato a sentire meno dolore ai piedi perché il dolore “scarica” fino a lì.
grazie saluti tiziana
Ok, qui è stato il problema: nei pazienti anziani, solitamente si incrementa di 1 goccia ogni 3 (TRE) giorni e SOLO nel caso in cui non ci siano effetti fastidiosi: nel suo caso, già mi dice che dalla seconda e poi terza goccia aveva effetti collaterali da reboud: avrebbe dovuto rimanere almeno 3 giorni sempre con la stessa posologia di 1 goccia.
Buongiorno grazie per avermi risposto purtroppo ricordavo male la posologia .mio padre doveva assumere per una settimana una goccia sublinguale alla sera per poi aumentare a due la settimana successiva e così via, ma al secondo giorno di assunzione il dolore è aumentato e ci siamo fermati. ha voluto fare altri due tentavi a distanza di un mese circa o più, ma con una sola goccia il dolore aumenta, non capisco quale sia il meccanismo sembra che il suo cervello respinga le cure.
grazie ancora per il suo tempo
cordialità tiziana
Salve,
nessun problema: anche se diversamente credo la spiegazione sia comunque la stessa ossia una dose troppo alta. Vale a dire che la quantità di THC in quella singola goccia era troppa. Andrebbe realizzato un olio più diluito o con meno THC. Non ha le analisi del contenuto in THC per curiosità? Potrei dirle se era “troppo”…
buongiorno io ho questi valori per THC delta-9- tetraidrocannabinolo (delta 9-THC) 4,2 mg/ml cannabis flas FM2 THC 5-8% CBD 7,5-12% in estratto oleoso 5gr/50ml
altro non ho sulla boccetta non si legge benissimo ,ma dovrebbe esserci scritto oleolito al 10%.
grazie saluti tiziana
Ok, quel che conta sono quei 4,3 mg THC/ml.
Vanno bene, non è un valore da spiegare nettamente gli effetti che aveva. A questo punto mi verrebbe da ricondurre il tutto ad una elevata sensibilità al THC da parte di suo padre: la soluzione era
grazie Dottore proverò a chiedere allo specialista che lo segue, perché il problema si è presentato al secondo giorno, la prima goccia gli ha dato benefici il secondo giorno quando doveva assumere solo una goccia (per una settimana solo una goccia al dì per poi salirei di una unità per un’altra settimana e così via)alla seconda somministrazione di una sola goccia il suo corpo ha reagito male. chiederò se si può diluire ancora o se deve fare un giorno sì e uno no, anche se ha distanza di tempo mio padre ha riprovata ad assumere la cannabis e il risultato… Leggi il resto »
Salve dottore, complimenti per gli approfondimenti.
Utilizzo cannabis da oltre 20 anni, col tradizionale metodo. A seguito del riscontro di una leucoplachia benigna delle corde vocali, a causa della quale dovrò subire un intervento di peeling, ho ricevuto la forte raccomandazione di smettere di fumare. Non è questione semplice. Lei ritiene che la vaporizzazione sia una alternativa più salubre? O in questo caso la sconsiglia?
Salve,
al 100% la vaporizzazione sarebbe più salubre: ha tutti i vantaggi terapeutici/farmacologici del “fumo”, senza i danni e problemi legati alla combustione.
Lo “svantaggio” è il costo di un BUON vaporizzatore, dai 200€ in su.